ARTICOLO SCRITTO IN ESCLUSIVA PER IL BLOG MATITA E FORCHETTA Scuola, lavoro, figli, ufficio, spesa, banca, poste, pagamenti, pulizie, scadenze, palestra, nonni, mail, telefonate. Aiuto! Viviamo in un mondo frenetico, siamo sopraffatti da doveri, ritmi serrati, vita “a 100 all’ora” e tempo che sembra non essere mai abbastanza, anche a tavola! Scopriamo come la pratica mindfulness potrebbe aiutarci a vivere meglio. Di cosa si tratta? La mindfulness è un processo che porta alla capacità di portare l’attenzione al momento presente: si tratta di rivolgere volontariamente la propria attenzione a quello che accade nel proprio corpo e intorno a sé, momento per momento e ascoltando più accuratamente la propria esperienza, attraverso strategie di respirazione: una forma di meditazione che porta alla piena consapevolezza del proprio io; vivere qui e ora, come quasi nessuno fa più, per eliminare o ridurre in modo duraturo la sofferenza e lo stress tipici del mondo occidentale. Le origini, il presente e il futuro La dottrina e la meditazione buddista costituiscono probabilmente la tradizione che più di tutte incarna ed esplicita il tema della consapevolezza. Gran parte delle idee, delle pratiche e degli interventi di mindfulness sono il frutto di un percorso iniziato con gli studi di Jon Kabat-Zinn, un biologo e professore dell’Università del Massachussets, che sviluppò un protocollo da utilizzare addirittura in contesti clinici: la mindfulness si è dunque mano a mano spogliata delle sue connotazioni spirituali e morali per diventare oggi parte integrante di terapie psicologiche e non. Dalla vita fino a tavola: Mindfulness Eating La pratica permette di acquisire una nuova attitudine mentale che farà apprezzare ogni istante, accrescendo la consapevolezza quando si guarda, si ascolta, si pensa, si parla, si lavora, nei momenti facili e in quelli difficili… e anche quando si mangia! Spesso si consumano i pasti in maniera rapida, veloce, senza assaporarli davvero; a volte si saltano del tutto per problemi di tempo mentre in altri momenti si ingurgitano grandi quantità di cibo fino a sentirsi sgradevolmente pieni. Si tratta di un’alimentazione poco consapevole! Molti di noi si servono del cibo come sostegno psicologico. Quando siamo ansiosi, mangiamo. Quando ci sentiamo soli o ci annoiamo, mangiamo. Quando siamo insoddisfatti, mangiamo. Ma anche quando siamo felici mangiamo. Per premiare un bel voto ci compriamo un gelato, per festeggiare un evento, andiamo a cena fuori. Non mangiamo per nutrire il corpo, ma per passare il tempo o sentirci meglio emotivamente. Con la Mindfulness Eating si impara a percepire la reale sensazione di fame e di sazietà, a mangiare con consapevolezza, apprezzando ogni boccone, ponendo attenzione ai sapori, ai profumi, ai colori e alle consistenze delle pietanze: un percorso verso una perfetta armonia con il cibo e con il proprio corpo. Le esperienze Con la pratica, alcuni scoprono di mangiare certe cose più per abitudine che per gusto o scelta. Altri si accorgono che certi cibi sono per loro di difficile digestione e producono un senso di affaticamento dopo aver mangiato, sensazioni a cui non avevano fatto attenzione prima. Molti riferiscono di gustare il cibo molto di più e una conseguenza è spesso il ritorno alla forma fisica ideale, anche se non era l’obiettivo iniziale. Qui le parole di Jon Kabat-Zinn: “Spontaneamente, molti dei nostri pazienti cominciano a mangiare più lentamente, a sentirsi sazi con una minore quantità di cibo e a gestire maggiormente i loro impulsi a servirsi del cibo per soddisfare bisogni psicologici. Alcuni dimagriscono senza prefiggerselo specificamente, semplicemente per effetto di questa attenzione” A chi potrebbe essere utile?
Non sono pochi i miglioramenti nell’alimentazione di soggetti obesi e chi soffre di “fame nervosa”. Ottimi benefici anche per chi vuole allontanare la voglia quotidiana di dolci o cibo spazzatura e a chi spesso si chiede: “di cosa ha davvero bisogno il mio corpo?”. Infine, interessanti campi di applicazione potrebbero essere nei disturbi alimentari, in chi necessita di un rapporto più equilibrato con il cibo e con il proprio corpo o a chi semplicemente serve un aiuto in più per organizzare e gestire meglio la propria alimentazione. Sicuramente un aiuto efficace anche per chi, per colpa di pasti frettolosi e mal gestiti, soffre di gonfiore addominale e difficoltà digestive. Come sempre, attenzione a chi ci si rivolge: psicologi e psicoterapeuti con attestati di frequenza a corsi specifici, sono i professionisti che davvero potrebbero aiutarvi! Cosa abbiamo imparato: 1. La pratica mindfulness è una sorta di “meditazione occidentalizzata” che insegna a porre attenzione al presente e consapevolezza del momento attuale. 2. Imparare a vivere “consapevoli” potrebbe aiutarci a vivere meglio, riducendo lo stress che caratterizza i tempi moderni. 3. La mindfulness eating si occupa in particolare dell’alimentazione, per imparare a gestire bene il cibo e il momento del pasto. Riferimenti: stateofmind.it “Vivere momento per momento” – Jon Kabat-Zinn
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Aprile 2018
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Dott.ssa Francesca Brun |
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